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domenica 25 settembre 2016

LENTA E CONSAPEVOLE

Ieri sono stata a Venezia,partita carica di aspettative, con un taccuino in testa da riempire di acquerelli e schizzi, la macchina fotografica rinchiusa volutamente nel cassetto della scrivania dello studio perché la realtà spietata non è mai un bene,sono rientrata con un senso di smarrimento.In stazione mi sono emozionata all'arrivo del treno tutto bianco simile al mio gatto Leone e l'ho interpretato come un buon auspicio. 

Ma all'arrivo nella città lagunare sono rimasta disorientata.Venezia è sempre una signora affascinante vestita di pizzi e di merletti ma purtroppo è stanca.
Tutta quella gente che gira senza un perché ,ha imbruttito questa città ,l'ha resa simile ad un grande parco di divertimenti ma di divertimento c'è ben poco se penso alla smisurata quantità di inutili baracchini di kebab, cineserie , e orrendi souvenir tutti uguali e di fattura industriale!La maestosità di questa città è offuscata da gente che gira senza capire quello che sta guardando, cammina come zombi trascinata dal flusso di altri zombi...Temo come la peste queste persone , tanto quanto chi si vuole intromettere nella mia intimità creativa e ho il sentore che molte di queste persone siano come dei bambini annoiati che si divertono a torturare con un bastoncino la povera lumaca che si nasconde nel guscio.


 

Forse è anche il mio stato d'animo che mi ha fatto vedere ed amplificare questo triste aspetto della città: è un momento in cui la necessità di avere intorno pochissime selezionate persone, di pensare e di riordinare le idee , di ritmi più lenti e di consapevolezza si sta facendo sempre più forte. Solitamente mi esprimo con i disegni ma quando il fiume dell'interiorità sta uscendo rapidamente e incontrollabilmente dagli argini, le parole sono il mezzo piùrapido. Anche perché fino a qualche ora fa ,il mio taccuino mentale dei disegni era completamente bianco e dunque non ho nulla da offrire.Fortunatamente tutto quel bianco si sta sta colorando condelle flebili sfumature. Riuscirò a capire il senso di questa esperienza? Io penso di si e ho il sentore che ne uscirà qualcosa di non convenzionale.  

2 commenti:

  1. Ciao! Capisco molto bene le sensazioni che descrivi, a me capita spesso. Parto con tante aspettative e poi torno delusa, non dalla bellezza o dal valore artistico del luogo che vado a visitare, ma dalla gente, spesso maleducata, volgare e senza un briciolo di sensibilità. Mi spiace, ma è così. Mi è successo qualche mese fa con Milano e la mostra di Mucha: sono partita felice e sono tornata depressa.

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  2. Mi ritrovo nelle tue parole, Venezia l'ho sempre praticata, camminata, respirata vissuta fin dai tempi della scuola quando dovevo attraversarla da San Marco alla Stazione...i turisti ci sono sempre stati ma era un turismo diverso, consapevole e rispettoso di questa perla lagunare, ora come dici tu, masse di turisti trasportati dalla corrente dell'andirivieni vacanziero popolano e ahimè imbruttiscono una così bella e unica città, sporcandola di tutto quello che possono lasciare a terra...fa male per chi come noi ha sempre considerato Venezia la bella ed elegante signora della Laguna, però camminando lentamente nei pomeriggi invernali si respira ancora quella magia immersa nella nebbia, non si resta mai delusi da lei, solo dalle persone che non sanno vederla nella sua reale ed immutata bellezza.

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